Ricerca rivoluzionaria sulla proteostasi: chiave contro la neurodegenerazione!
Claudio Joazeiro dell'Università di Heidelberg sta effettuando ricerche sulla proteostasi e sul suo ruolo nelle malattie neurodegenerative con un nuovo finanziamento del CER.

Ricerca rivoluzionaria sulla proteostasi: chiave contro la neurodegenerazione!
L'Università di Heidelberg ha ricevuto finanziamenti significativi per cinque dei suoi ricercatori che stanno perseguendo approcci innovativi per combattere le malattie neurodegenerative. Particolarmente degno di nota è il lavoro di Claudio Joazeiro, il cui progetto “Surveillance of Translation: From Molecular Mechanisms to Roles in Disease” (SuTra) ha ricevuto quasi 2,5 milioni di euro dal finanziamento dell’ERC. Joazeiro si concentra sui processi essenziali di proteostasi, essenziali per la funzione e la vitalità cellulare.
La proteostasi è una rete principale che regola la produzione, il ripiegamento, il trasporto e la degradazione delle proteine. Un'interruzione di questo complesso sistema può portare all'accumulo di proteine mal ripiegate nelle cellule nervose, che è una caratteristica fondamentale di molte malattie neurodegenerative, tra cui l'Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Joazeiro indaga aspetti specifici del controllo di qualità associato ai ribosomi (RQC), un meccanismo protettivo da lui scoperto fondamentale per comprendere i disturbi neurologici.
Ricerca sulla vulnerabilità delle cellule neuronali
In particolare, la suscettibilità dei neuroni ai difetti RQC e il loro ruolo nello sviluppo della disfunzione neuronale sono argomenti centrali nella ricerca di Joazeiro. Secondo i risultati della ricerca, il ripiegamento errato e l’aggregazione delle proteine sono caratteristiche patologiche comuni associate a un’alterata omeostasi proteica. Anche i processi di invecchiamento contribuiscono all’accumulo di tali difetti.
Nelle malattie neurodegenerative, la perdita di neuroni specifici è associata all'aggregazione di proteine come la tau nell'Alzheimer e l'α-sinucleina nel Parkinson. Questi aggravamenti sono causati da un errato metabolismo proteico e da un metabolismo incoerente dell'RNA, che sono associati alla neurodegenerazione degenerativa. Il sistema ubiquitina-proteasoma (UPS) gioca un ruolo cruciale in questo caso: contrassegna le proteine mal ripiegate per la degradazione, mentre l’autofagia rimuove gli aggregati più grandi e gli organelli danneggiati. Il funzionamento improprio di questi sistemi porta ad accumuli tossici nei neuroni.
Prospettive terapeutiche
Attualmente esistono strategie terapeutiche limitate per combattere le malattie neurodegenerative. Approcci ingegnosi mirati a molteplici meccanismi patologici e basati sul ripristino della funzione proteica mostrano risultati promettenti, ma molte domande rimangono senza risposta. In futuro, disaggregasi come HSP104 potrebbero aiutare a invertire le transizioni di fase patologiche e mitigare gli effetti neurotossici.
In sintesi, è chiaro che la ricerca sulla proteostasi, e in particolare sui meccanismi che portano alla sua disfunzione, è cruciale per lo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per combattere le malattie neurodegenerative. Il lavoro di Joazeiro sarà determinante nello sviluppo di nuovi approcci a terapie mirate e nello svelare perché i neuroni sono particolarmente vulnerabili ai difetti nel controllo di qualità ribosomiale. A lungo termine, questo potrebbe essere cruciale per comprendere e curare malattie come l’Alzheimer, il Parkinson e la SLA.
Studiando specificamente questi meccanismi biologici, la ricerca prevede non solo di approfondire la comprensione di queste malattie, ma anche di creare nuovi interventi per ripristinare la salute neuronale.