Rivoluzione nel mare: i robot salvano i nostri oceani dalla spazzatura!

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L’Università Tecnica di Monaco sta sviluppando robot innovativi per lo smaltimento autonomo dei rifiuti negli oceani nell’ambito del progetto SeaClear.

Die Technische Universität München entwickelt innovative Roboter zur autonomen Müllentsorgung in Ozeanen im Projekt SeaClear.
L’Università Tecnica di Monaco sta sviluppando robot innovativi per lo smaltimento autonomo dei rifiuti negli oceani nell’ambito del progetto SeaClear.

Rivoluzione nel mare: i robot salvano i nostri oceani dalla spazzatura!

Negli ultimi anni il problema dell’inquinamento marino da plastica è aumentato drammaticamente. Attualmente si stima che ci siano tra i 26 e i 66 milioni di tonnellate di rifiuti negli oceani, di cui oltre il 90% giace sul fondo del mare. L'attuale metodo di raccolta dei rifiuti subacquei con i subacquei si è dimostrato costoso e dispendioso in termini di tempo. Ma ora i ricercatori europei annunciano un approccio innovativo per combattere questo problema in modo autonomo ed efficiente.

IL Progetto SeaClear ha sviluppato un nuovo sistema per lo smaltimento autonomo dei rifiuti negli oceani. Combina diverse tecnologie per garantire un'efficace raccolta dei rifiuti. Ciò include una barca di servizio senza pilota dotata di un gommone, un drone e un piccolo robot di ricerca subacquea. Il progetto è guidato da un team guidato da Università Tecnica di Monaco (TUM), dove il Dott. Stefan Sosnowski sottolinea che lo smaltimento dei rifiuti è particolarmente vantaggioso a una profondità d'acqua pari o superiore a 16 metri.

Tecnologia innovativa per lo smaltimento dei rifiuti

Il cuore della tecnologia è un robot di ricerca lungo 50 cm che scansiona in modo efficiente il fondale marino. Il sistema robotico subacqueo associato viene inviato ai siti di immondizia individuati per raccogliere gli oggetti. Il robot subacqueo sviluppa una rappresentazione 3D utilizzando una fotocamera e un sonar per identificare i rifiuti, il che è particolarmente utile in acque torbide. Oltre 7.000 immagini sono già state etichettate per addestrare le reti neurali e aumentare il tasso di identificazione.

Inoltre, il robot è dotato di una pinza forte e sensibile che funziona con una forza di pressione fino a 4.000 Newton e può sollevare oggetti con un peso fino a 250 kg. Una caratteristica speciale è la connessione cablata, che fornisce alimentazione e ottimizza la trasmissione dei dati. Il robot pesa 120 kg ed è circondato da una speciale schiuma di galleggiamento che consente movimenti precisi nell'acqua.

Una rete di robot

Il progetto SeaClear utilizza diversi componenti collegati in rete, tra cui la nave base SeaCAT e due veicoli sottomarini gestiti a distanza che supportano l'esplorazione e la raccolta dei rifiuti. Durante le fasi di test, il sistema ha già raggiunto una percentuale di successo dell'80% nel rilevare e classificare i rifiuti in acque limpide e torbide. Inoltre, i robot possono sollevare fino a 7 kg di rifiuti e lavorare fino a 10 metri di profondità.

Un altro vantaggio del sistema è il risparmio sui costi previsto del 70% rispetto al tradizionale metodo subacqueo. L’intero progetto è finanziato nell’ambito di Orizzonte 2020 e mira a combattere le crescenti montagne di rifiuti che rappresentano una seria minaccia per gli ecosistemi marini.

Il progetto successivo SeaClear 2.0 è già iniziata e mira a raccogliere oggetti più pesanti come pneumatici e lavatrici. L’integrazione di nuove tecnologie e metodi ha lo scopo di aumentare ulteriormente l’efficienza della raccolta dei rifiuti coinvolgendo attivamente le comunità nella risoluzione dei problemi.

Date le enormi sfide poste dall’inquinamento marino, il sistema SeaClear offre un modello promettente per pulire gli oceani e proteggere in modo sostenibile le nostre risorse marine. L’efficienza e la tecnologia inerenti a questo sviluppo potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la gestione dei rifiuti marittimi.