Il mare profondo come risparmiatore del clima: nuove informazioni sullo stoccaggio del carbonio!
L’Università di Brema sta studiando con partner internazionali il ruolo delle profondità marine come serbatoio di carbonio nel cambiamento climatico.

Il mare profondo come risparmiatore del clima: nuove informazioni sullo stoccaggio del carbonio!
Le profondità del mare sono un mistero che affascina gli scienziati di tutto il mondo. Un nuovo podcast, “Life in the Deep Biosphere”, evidenzia le sfide e i risultati ottenuti in quest’area di ricerca poco conosciuta. Riportato nell'ultima puntata del podcast “Spiegato bene – ricerca all'avanguardia per tutti”. Università di Brema da due esperti che affrontano il tema dello stoccaggio del carbonio negli oceani. L’attenzione si concentra sul ruolo del materiale organico e sul suo impatto sul ciclo globale del carbonio.
La podcaster Larissa Vassilian parla con la Dott.ssa Florence Schubotz, biogeochimica del MARUM – Centro per le scienze ambientali marine dell'Università di Brema, e il Dott. Michael Seidel, scienziato dell'ICBM dell'Università di Oldenburg. L'attenzione si concentra sullo stoccaggio del materiale organico disciolto nell'oceano, nonché sull'importanza di questo materiale per i microrganismi e la loro influenza sul contenuto di carbonio nell'oceano nel corso di migliaia di anni.
L’importanza dell’oceano nel cambiamento climatico
La ricerca di entrambe le università chiarisce che l’oceano non solo immagazzina grandi quantità di carbonio, ma svolge anche un ruolo cruciale nel cambiamento climatico globale. L’oceano regola il clima e fornisce ossigeno all’atmosfera. Nell'ambito di questa ricerca è stato affrontato un argomento che è stato studiato da un team guidato da Gerhard J. Herndl dell'Università di Vienna. Analizzano il ruolo delle profondità marine come deposito di carbonio nel cambiamento climatico e l’efficienza con cui i microbi delle profondità marine possono elaborare la materia organica disciolta. Secondo quanto riferito da Università di Vienna Tuttavia, questi processi sono inefficienti.
Le sostanze organiche disciolte, che provengono da vari organismi e comprendono carboidrati, proteine e acidi nucleici, sono soggette a una lunga stabilità nelle profondità del mare. Di norma, queste sostanze hanno tra i 4.000 e i 6.000 anni, il che ne limita la disponibilità per i microbi. Inoltre, una modifica della struttura molecolare potrebbe impedire ai microbi delle profondità marine di utilizzare queste sostanze in modo efficiente. Durante un prossimo viaggio di ricerca nel Pacifico, gli scienziati vogliono studiare le influenze delle condizioni di pressione sull'attività microbica.
La ricerca sullo stoccaggio del carbonio e le sue sfide
I calcoli mostrano che le cellule batteriche nelle profondità marine incontrano la stessa molecola organica ogni 15 secondi-12 minuti. L'elevata diversità e diluizione delle molecole organiche disciolte rendono notevolmente più difficile il loro utilizzo efficiente da parte dei microbi. Inoltre, una ricerca pubblicata sulla rivista Science mette in dubbio la strategia di geoingegneria che mira a immagazzinare il carbonio organico disciolto nelle profondità marine per combattere l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera.
Le scoperte sul ruolo dell’oceano e la comprensione dei complessi processi nelle profondità marine sono cruciali. Gli studi in corso e lo scambio sotto forma di podcast danno un contributo decisivo ad una migliore comprensione. Questa ricerca può contribuire allo stoccaggio a lungo termine del carbonio negli oceani e alla ricerca sul clima, e fa luce su quanto resta ancora da scoprire. Ci sono ancora molti processi inesplorati nelle profondità marine che vale la pena scoprire.
Per chi fosse interessato, ulteriori informazioni sono disponibili sui siti web dell'Ocean Floor Cluster, MARUM e ICBM. Il podcast “Life in the Deep Biosphere” è già disponibile online e offre un approccio filosofico entusiasmante a questi profondi argomenti scientifici.