La vaccinazione contro l’herpes zoster riduce il rischio di demenza: un nuovo studio ispira i ricercatori!

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Uno studio dell’Università di Magonza dimostra che la vaccinazione contro l’herpes zoster riduce il rischio di demenza del 20%. Risultati basati su dati provenienti dal Galles.

Eine Studie der Uni Mainz zeigt, dass Gürtelroseimpfung das Demenzrisiko um 20% senkt. Ergebnisse basieren auf Daten aus Wales.
Uno studio dell’Università di Magonza dimostra che la vaccinazione contro l’herpes zoster riduce il rischio di demenza del 20%. Risultati basati su dati provenienti dal Galles.

La vaccinazione contro l’herpes zoster riduce il rischio di demenza: un nuovo studio ispira i ricercatori!

La ricerca sulla prevenzione della demenza sta ricevendo un impulso significativo da un nuovo studio. I ricercatori dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza e dell’Heidelberg Institute of Global Health hanno scoperto che una vaccinazione contro l’herpes zoster può ridurre il rischio di sviluppare demenza del 20%. Questi risultati sono stati pubblicati oggi sulla rivistaNaturapubblicato. Il dottor Markus Eyting e il dottor Min Xie conducono lo studio, che si basa sull’analisi dei dati sanitari del Galles, dove la vaccinazione contro l’herpes zoster è una misura consolidata dal 1° settembre 2013.

Per lo studio è stato effettuato un cosiddetto “esperimento naturale”. I ricercatori hanno esaminato lo stato di salute delle persone che erano state vaccinate poco prima o dopo il loro ottantesimo compleanno. I nati prima del 2 settembre 1933 rimanevano non idonei alla vaccinazione, mentre i nati dopo tale data avevano accesso alla vaccinazione. La loro analisi mostra che i vaccinati avevano significativamente meno probabilità di ricevere una diagnosi di demenza.

Metodologia e risultati

Il metodo utilizzato, un disegno con discontinuità di regressione, è comune nella ricerca economica ma raramente utilizzato nella ricerca clinica. Ciò consente agli scienziati di vedere chiare relazioni causali anziché limitarsi a osservare le correlazioni. Il Dr. Eyting vede in questo una nuova opportunità per valutare le misure sanitarie, cosa supportata dallo studio.

Pascal Geldsetzer, autore senior dello studio dell’Università di Stanford, ha osservato che i pregiudizi erano comuni negli studi precedenti perché le persone vaccinate in genere mostrano comportamenti sanitari diversi rispetto alle persone non vaccinate. L'approccio specifico dello studio ha permesso di minimizzare questo fenomeno. I risultati sono stati confermati anche in altri Paesi come Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda e Canada, dove sono stati attuati programmi di vaccinazione simili.

Meccanismi di protezione e ricerca futura

Gli esatti meccanismi attraverso i quali il vaccino contro l’herpes zoster potrebbe ridurre il rischio di demenza non sono ancora chiari. È possibile che abbiano un ruolo le reazioni autoimmuni, l’infiammazione cronica o il rafforzamento del sistema immunitario attraverso la vaccinazione. Martin Korte del Centro Helmholtz per la ricerca sulle infezioni descrive l'analisi come una prova concreta della connessione tra infezione virale e aumento del rischio di demenza. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per comprendere i meccanismi sottostanti.

L’analisi mostra anche che le donne tendono a trarre maggiori benefici dal vaccino contro l’herpes zoster rispetto agli uomini, il che potrebbe essere dovuto a differenze nella risposta immunitaria. Molti esperti, compresi gli autori dello studio, sottolineano che il vaccino contro l’herpes zoster potrebbe essere un metodo più economico ed efficace per prevenire la demenza rispetto ad altre misure.

Nel complesso, questo studio evidenzia la rilevanza degli approcci interdisciplinari in cui i metodi economici sono integrati nella ricerca medica. Il Dr. Eyting è stato insignito del Premio Young Economist della European Economic Association per il suo lavoro innovativo sulla discriminazione, rafforzando ulteriormente le promettenti prospettive nel campo della ricerca sanitaria.