Segnali WLAN come strumento di monitoraggio: scoperta una nuova tecnologia!

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Gli scienziati del KIT scoprono un metodo per identificare le persone tramite segnali WiFi, che sarà presentato nel 2025.

Wissenschaftler des KIT entdecken eine Methode zur Identifikation von Personen über WLAN-Signale, die 2025 vorgestellt wird.
Gli scienziati del KIT scoprono un metodo per identificare le persone tramite segnali WiFi, che sarà presentato nel 2025.

Segnali WLAN come strumento di monitoraggio: scoperta una nuova tecnologia!

I ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology (KIT) hanno sviluppato un metodo innovativo che consente di identificare le persone basandosi esclusivamente sui segnali WiFi. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni di vasta portata per la protezione dei dati, poiché l’identificazione funziona anche se le persone non hanno con sé il proprio smartphone o tablet. Il professor Thorsten Strufe spiega che la tecnologia utilizza la comunicazione tra i dispositivi WiFi presenti nell'area per creare un'immagine delle persone presenti. Lo spegnimento degli apparecchi WLAN non offre alcuna protezione, poiché per l'identificazione sono sufficienti gli apparecchi attivi nella zona. I router WLAN potrebbero quindi trasformarsi in dispositivi di sorveglianza e creare un'infrastruttura di sorveglianza completa.

Il metodo è simile a quello delle fotocamere convenzionali, ma si basa sulle onde radio. I ricercatori hanno analizzato i segnali di feedback non crittografati provenienti dagli utenti connessi a una rete WiFi. In uno studio con 197 partecipanti è stata raggiunta una precisione di identificazione pari quasi al 100%. I risultati di questa ricerca saranno presentati alla ACM Conference on Computer and Communications Security (CCS) a Taipei, mentre la pubblicazione originale sarà disponibile dal 13 ottobre 2025. Secondo i ricercatori, il previsto standard WLAN IEEE 802.11bf dovrebbe contenere anche misure di protezione e meccanismi di protezione dei dati per proteggere la privacy.

Nuova tecnologia per l'identificazione personale

Inoltre, una tecnica correlata nota come “WhoFi” è stata sviluppata dagli scienziati dell’Università La Sapienza di Roma. Funziona anche tramite segnali WiFi e sfrutta l'interferenza lasciata dai corpi umani nel segnale WiFi. Ogni persona crea una sorta di impronta digitale Wi-Fi invisibile che viene catturata utilizzando un modello AI. Questo modello analizza i cambiamenti minimi del segnale nelle informazioni sullo stato del canale (CSI), che estrae importanti caratteristiche biometriche come la forma del corpo, le dimensioni e il movimento.

La Deep Neural Network (DNN) elabora queste informazioni e può raggiungere una precisione di riconoscimento fino al 95,5%. Non solo questo metodo è meno suscettibile agli influssi esterni rispetto ai sistemi biometrici tradizionali, ma può anche essere utilizzato in diversi ambienti come case, uffici o edifici pubblici senza tecnologia di sorveglianza visibile o il consenso delle persone interessate. L’utilizzo di segnali WLAN per identificare le persone solleva in particolare preoccupazioni in termini di sorveglianza e protezione dei dati, poiché simili processi di identificazione possono essere eseguiti anche all’insaputa delle persone interessate.

Implicazioni per la privacy e l'etica

La tecnologia per l'identificazione personale biometrica tramite WLAN, sviluppata sia dal KIT che dall'Università La Sapienza, comporta numerose sfide in termini di protezione dei dati. I difensori della privacy e gli esperti di etica stanno sollevando preoccupazioni, in particolare riguardo alla possibile sorveglianza invisibile consentita da queste tecnologie. Il fatto che non siano necessarie telecamere e quindi non sia richiesta la presenza fisica nel campo visivo aggrava il problema.

In effetti, questi sviluppi potrebbero rivoluzionare il panorama dei moderni sistemi di sorveglianza. La tradizionale reidentificazione (Re-ID), che in precedenza si basava fortemente su dati visivi, viene integrata dai nuovi approcci con segnali WLAN, che attirano l'attenzione sia dei protezionisti dei dati che degli esperti di etica. Robusti meccanismi di protezione dei dati sono essenziali per proteggere la privacy individuale e garantire un uso etico di tali tecnologie.