Crisi climatica nella Foresta della Turingia: la nostra natura può ancora essere salvata?
Il 14 marzo 2025 Hagen Dargel discuterà delle attuali sfide della Foresta della Turingia nel contesto del cambiamento climatico presso la TU Ilmenau.

Crisi climatica nella Foresta della Turingia: la nostra natura può ancora essere salvata?
I cambiamenti nella Foresta della Turingia sono diventati particolarmente evidenti negli ultimi anni. Soprattutto la regione intorno a Ilmenau è al centro delle discussioni scientifiche e di egida. Venerdì 14 marzo 2025, Hagen Dargel, capo del dipartimento forestale di Frauenwald, presenterà gli sviluppi attuali e le sfide future del bosco in una conferenza presso l'Università Tecnica di Ilmenau. L'ingresso a questo evento informativo costa 5 euro e inizia alle 15:00. nel Faradaybau, Weimarer Straße 32.
La foresta della Turingia è cambiata in modo significativo a causa dell'intervento umano e delle catastrofi naturali. Gli effetti del cambiamento climatico sono particolarmente gravi e dal 2018 sono stati intensificati da anni estremamente caldi e secchi. Queste condizioni climatiche hanno favorito la diffusione del bostrico dell’abete rosso, che attacca soprattutto gli abeti rossi indeboliti e li porta alla morte. Gli abeti rossi sono le specie arboree più comuni nella foresta della Turingia, il che aumenta notevolmente le conseguenze dell'infestazione da scolitidi. Secondo i risultati di tu-ilmenau.de È fondamentale analizzare attentamente la situazione attuale.
Il cambiamento climatico e le sue conseguenze
Il cambiamento climatico minaccia non solo i popolamenti di abete rosso, ma anche l’intero ecosistema forestale. Gli aspetti chiave sono la perdita di habitat e il declino delle comunità animali e vegetali. Ciò colpisce in particolare le specie che fanno affidamento su habitat umidi e freschi, come nelle 350 torbiere alte che si trovano nella foresta della Turingia. thueringenforst.de sottolinea che molte specie arboree autoctone sono sottoposte a una pressione crescente.
Per contrastare questa crisi, i silvicoltori e i proprietari forestali stanno sviluppando strategie per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le misure comprendono la conversione delle foreste intatte in popolamenti misti stabili dal punto di vista climatico e il rimboschimento delle aree danneggiate con specie arboree miste ricche di specie e resistenti ai cambiamenti climatici. È chiaro che i cambiamenti nella popolazione delle specie nelle foreste native non solo devono essere pianificati in anticipo, ma sono anche urgenti.
Un altro problema sono gli organismi nocivi alieni che sono arrivati in Turingia attraverso il commercio globale di merci, tra cui lo scarabeo asiatico dalle corna lunghe. Inoltre, il deperimento dei germogli di frassino, causato dal fungo “falso calice bianco”, fa sì che da anni non vengano più piantati alberi di frassino nella foresta demaniale. Allo stesso tempo, piante esotiche come il ciliegio nero a fioritura tardiva, il poligono giapponese, l’albero del paradiso e il panace gigante si stanno diffondendo, soppiantando le specie autoctone e causando potenzialmente irritazioni cutanee e reazioni allergiche nelle persone.
Lo sguardo al futuro
Le sfide poste dal cambiamento climatico alla Foresta della Turingia sono enormi. I forestali e i proprietari forestali sottolineano che l’adattamento delle foreste locali alle mutevoli condizioni climatiche richiede resistenza e resistenza. Nei prossimi decenni sarà importante considerare la foresta non solo come una fonte di risorse, ma anche come un prezioso ecosistema la cui conservazione è di fondamentale importanza sia per la natura che per la società umana.
La conferenza di Hagen Dargel fornirà quindi spunti cruciali sulle sfide acute e sulla necessaria strategia trasversale per salvare le foreste della Turingia.